Lo stress connesso all’emergenza sanitaria in atto può essere una discriminante negativa e influire sulla fertilità femminile e sulla buona riuscita dei trattamenti di procreazione medicalmente assistita?
In questo articolo ne parliamo con il dottor Mario Mignini Renzini e la dottoressa Francesca Zucchetta del Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi degli Istituti Clinici Zucchi di Monza.
“Dottore, io e mio marito stavamo cercando di diventare genitori, lei crede che dovremmo accantonare questo progetto per il momento?” oppure “Dottore quali sono i rischi a cui potremmo andare incontro io e il bambino in caso dovessi contrarre il virus durante la gravidanza o l’allattamento?”.
Queste sono le domande che negli ultimi mesi sono state all’ordine del giorno tra le pazienti che provano il forte desiderio di diventare madri. Alle preoccupazioni legate ai risvolti sanitari dell’emergenza si sommano poi tutti quei fattori di stress connessi per esempio alla possibilità di perdere il posto di lavoro o di dover fare i conti con un reddito ridotto rispetto al consueto.
L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo preoccupa tutte le coppie che stanno cercando di concepire, sia che si tratti di pazienti fertili, che stanno provando a concepire in maniera naturale, sia che si tratti di pazienti infertili, che si stanno preparando a seguire un percorso di procreazione medicalmente assistita. Lo stress purtroppo, anche ai tempi del COVID-19, è un fattore che condiziona in modo importante la fertilità e la buona riuscita del concepimento e dei trattamenti di procreazione assistita.
Uno studio pubblicato su Annals of Epidemiology, che ha coinvolto circa 400 donne sessualmente attive di età fino ai 40 anni, ha dimostrato quanto lo stress incida negativamente sulla fertilità e sulle probabilità di concepimento. In condizioni di forte stress, le probabilità di concepire per una donna tendono a diminuire del 40-45% rispetto a soggetti non sottoposti a eventi stressanti. Indubbiamente questa emergenza sanitaria prolungata ha causato stress e tensioni nuove, portando all’intensificazione nell’insorgenza di problematiche connesse all’infertilità, prima tra tutte l’irregolarità del ciclo. L’ovulazione è infatti fortemente influenzata dallo stress e, ove assente o irregolare, impedisce il concepimento.
Ora che abbiamo superato la fase 1 dell’emergenza, presso Biogenesi viene offerto un servizio di supporto psicologico, così come stanno riprendendo i trattamenti di procreazione medicalmente assistita, sempre mantenendo le dovute precauzioni. La terapia inizia solo in caso di coppie che non hanno avuto sintomi da COVID-19 nei 14 giorni precedenti rispetto all’appuntamento e durante la terapia preparatoria. I pazienti possono stare tranquilli: nessun centro può riaprire senza che siano stati messi a punto dei percorsi che garantiscono la sicurezza. E anche le coppie che stanno cercando di concepire in modo naturale non devono avere timori: in caso di necessità di visite e controlli potranno rivolgersi al loro medico o centro di fiducia ed essere ricevuti, sempre rispettando le dovute precauzioni”.
Come affrontare lo stress legato all’emergenza sanitaria da COVID-19?
“Esiste anche una lettura positiva delle conseguenze dello stress in quanto, in caso non siano presenti patologie diagnosticate, gli effetti sono reversibili, quindi con pazienza e positività, è possibile riconquistare un buon equilibrio psicofisico favorevole al concepimento.” spiega la dottoressa Francesca Zucchetta, Psicologa- Psicoterapeuta del Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi, esperta in tematiche di infertilità di coppia e procreazione medicalmente assistita.
“Il mio suggerimento è di cogliere questo momento per dedicarci a noi stessi e al rapporto di coppia, evitando di concentrarci costantemente sul continuo flusso di notizie negative che arrivano. Siamo in una fase più leggera dell’emergenza rispetto alla primavera scorsa, con nuove prospettive di ripresa; il tempo ancora a nostra disposizione è una vera occasione per recuperare il giusto ritmo, con i propri stili di vita, e per darsi degli obiettivi. Diminuire il consumo di caffeina e di alcool, smettere di fumare o ridurre il fumo in maniera significativa, seguire una sana alimentazione e aumentare l’esercizio fisico faranno il resto. Suggerisco anche di utilizzare qualche tecnica di rilassamento per ridurre lo stress causato inevitabilmente dall’emergenza sanitaria. Utilizzare questo periodo per rimettersi in forma gioverà non solo al benessere psicofisico generale, ma contribuirà a creare le condizioni ideali per favorire il concepimento.
Il distanziamento ha inoltre interrotto la vita sociale a cui eravamo abituati, è fondamentale quindi dedicare del tempo a rimanere in contatto con le persone a noi care, amici o parenti. Infine, suggerisco di richiedere un supporto psicologico, anche in modalità a distanza, per le coppie che sentissero comunque il bisogno di un accompagnamento sia nella gestione dei propri stili di vita che per quanto riguarda quella dello stress, oltre che della fatica di riprendere da dove avevano interrotto i trattamenti di procreazione medicalmente assistita.” conclude la dottoressa Zucchetta.